mercoledì, luglio 20, 2005

PERU' 2004

Perche' quando sono malinconico rispolvero gli scritti sulle vacanze. Non lo capiro' mai.
Tutte le volte mi riprometto che devo buttare tutto e poi non lo faccio m
ai.
Ancora una volta mi ritrovo a leggere e a pubblicare cose passate.


"Sono appena ritornato ad essere religioso e gia' Dio si e' dimenticato di me, ma a questi poveretti che vivono a Puno e' andata pure peggio: di loro, "Lui" non conosce nemmeno l'esistenza: questo e' un posto dimenticato perfino da Dio!
Non dai turisti, devo dire, che costituiscono l' unica nota di civilta' (nel senso di progresso, come lo intendiamo in Europa) da queste parti! Strade divelte, fango e polvere, donnine piccole infagottate in vestiti troppo pesanti e troppo grandi che cucinano povere cose ad ogni angolo, caprette magre e galline spelacchiate che razzolano in strada e litigano briciole a bimbetti troppo piccoli per parlare ma gia' grandi per tendere la mano, ai vecchi senza denti abbrustoliti dal sole. E murales che spiegano i pericoli della polmonite, del tifo, del colera, dell' importanza di bere latte e di coprire bene i piu' piccoli, della contraccezione e dell'aborto.
A fumetti, colorati e grandi, perche' qui tanti, troppi, non sanno leggere. Pero'ti leggono dentro, qundo ti guardano con occhi increduli, di chi non ha e sa che non avra' molto piu' di una elemosina.
Si trascinano in giro, da un mercato all'altro, da una strada all' altra, da una polvere ad un' altra. Si trascinano con i neonati sulle spalle, i cani, le ceste di dolci o frutta per turisti che non li comperano mai, storditi dall' odore, dai colori, e dai sensi di colpa che calmano anche la fame.

Il lago e' bello.

Placido, lento, maestoso. Colline dolci, sole caldo, cielo intenso, isole flottanti delicate come fiori di vetro, morbide come le alghe di cui sono, incredibilmente, fatte. Capanne spoglie e imbarcazioni come giaguari, condor, puma.
I simboli Inca.
Si dice che da queste acque siano nati Manco Capac e Mama Ocllo, e che da qui sia cominciato il loro impero. Tra i panni stesi ovunque e le orchidee, la muña, le ginestre.
L'isla del Sol e' un'isola vera. Fatta di terra e pietra e sabbia e mattoni. Dio forse ha avuto un momento di svista, ma la mia guida di me si e' dimenticata proprio. Come si e' dimenticata di dirmi che l'isla del Sol e' a 300 m sul livello del lago. 300 m di di pietra, scale, burroni. 300 metri che a 4000 slm si sentono come fossero l' Everest. Con la differenza che io non mi sento esattamente come Messner.
Ho il fiato corto, la testa, gia' piuttosto provata da altre precedenti "avventure" (Lares trekking, ndr) pesante, gli occhi vuoti e il cuore che sembra voler saltar fuori. Ma una volta in cima, ne avrebbe ragione: la vista e' mozzafiato!
La Bolivia e' ad un passo, con le cime innevate ed i fiumi ed il sole che li scalda, in un silenzio ed una pace che mai avevo conosciuto. E' La Paz, e mai nome fu piu' indovinato. Non hanno molto piu' di quello, laggiu', ma ora so perche' li', la gente, sorride comunque.

Fa freddo, la notte, sull'isola.

Ed il lago si addormenta, ed e' come se il gelo ed il buio volessero proteggerlo fino al mattino dopo, per quelli che verranno, perche' possano vederlo come l'ho visto io.
Come vi auguro di vederlo, un giorno.

Buon viaggio