giovedì, gennaio 12, 2006

Sbandati

Dovro' cominciare a pensare di cambiare il sottotitolo del mio blog. Storie di ordinaria follia dall'altra parte dell'oceano non e' piu' adatto.
Accetto consigli e commenti, credo che lo chiamero' solo Storie di ordinaria follia.
Riflettevo sul concetto della vita dopo che a cena un mio amico ci ha definito, io e lui, "sbandati".
Io 34 e lui, credo 33, senza nessun legame stabile, io un lavoro in cui sono sbattuto qua e la per il mondo, lui con un lavoro molto piu' tranquillo ma che non gli permette di uscire prima delle 19:30/20:00 dall'ufficio. Entrambi una laurea in ingegneria che doveva essere un lasciapassare per un futuro migliore. Poi, solo col tempo, si e' rivelata utile a tratti.
Mi ha colpito il fatto di essere definito sbandato.
Non mi sono mai sentito sbandato.
Al massimo mi sono sentito un disadattato, nel senso che mi sono spesso sentito completamente al di fuori del contesto in cui stavo, ma sbandato mai.
Mi chiedo anche se tutti diano lo stesso significato alla parola. Forse sono io che la percepisco in modo differente.
Durante la cena mi ha portato mille esempi, sul perche' dice che siamo sbandati.
Partendo dal fatto che quelli della nostra eta' hanno famiglia, piccoli marmocchi urlanti per casa ed una moglie o almeno qualcuno che ne faccia le veci. Anche una casa, cosa che nessuno di noi possiede! Interessi completamente differenti dai nostri. Piani per un futuro che magari non potranno mai rispettare, ma almeno piani.
Dopo quella sera mi sono trovato per caso con ex compagni delle medie, sembravano dei vecchi. Un bambino per mano, discorsi impossibili da reggere per piu' di 5 minuti ed una faccia triste che li accompagnava.
Forse me li sono immaginati io cosi' dietro il sorriso che avevano.
Sono io che non voglio crescere o loro che sono davvero invecchiati prima del tempo?
Devo riordinare le mie precedenze.