venerdì, maggio 12, 2006

Tuoni


Il primo fendente ha squarciato il cielo. Il secondo ha dipanato le nuvole. Infine è arrivato l’azzurro a dar colore. No, scherzavo, niente colore. I tuoni hanno ristabilito l’ordine.

Anche oggi le bandiere sono a mezz’asta, ma non si ricorda più il motivo per cui lo sono. A vedere una bandiera afflosciata e penzolante a metà di un palo, viene in mente solo una cosa: non c’è vento.
E’ ora di andarsene. Lasciare che ognuno guardi i propri confini e che conti i propri morti, senza dissanguare altri popoli. Cinico.
Poi mi affaccio ad un blog abbandonato a se stesso e alla grande volontà di pochi, rari, intimi. Anche lui è sospeso a mezz’aria, tra la creatività che va sfumando e la scarsa visibilità che, paradossalmente, offre la rete. Desolazione.
E mi ritornano in mente le nubi a mezzo cielo, avvolte nelle bandiere, che piangono pioggia su un esercito al soldo della pace armata. Intanto, sugli innocenti sepolti dalle bombe, splende un sole disarmante. E la nebbia, invece, occulta gli uomini del male. Quelli che né la pioggia né il sole colpiranno mai.