Strane coincidenze
Certe volte sugli aerei si fanno brutte conoscenza. Certe volte no.
Mi posso reputare fortunato. E' la terza volta che faccio buoni incontri.
Inizio dal volo Cuzco-Lima, agosto 2004, una estate difficile da dimenticare. Assonnato come mai, sporco come pochi, stanco come nessuno su quel volo. Al mio fianco una ragazza stupenda, un angelo, occhi grandi e di un azzurro raro, lunghi capelli biondi. Mossi. Incredibilmente attraente. Sembrava altissima da seduta, poi in piedi ebbi la conferma del sospetto.
Io nel mio piccolo posto a ridosso del finestrino mi sentivo troppo sporco e stanco per generare un suo minimo interesse ed invece...Inizia a parlare, e' Peruviana. Mi racconta con una dolcezza infinita cose che io non direi ad un caro amico. Mi racconta di una infanzia strana vissuta a meta' fra Germania e Peru'. Di un padre Tedesco e di una madre Limena. Entrambi troppo presi e poco presenti per accudire un angelo tedesco con sangue latino, di cui ho notato tracce solo nella passione che emanava.
Volo di breve durata, ho soprattutto ascoltato, ammaliato non so se dall'aspetto o dalla dolcezza delle parole. Forse da entrambi.
Dopo l'atterraggio una sua amica mi porta in un hotel da lei consigliato. Credo si chiamasse Hotel Moderno. Nome poco originale, ma buon hotel in Miraflores. Almeno acqua calda. Mi ero dimenticato cosa fosse.
Ci salutiamo al claim dei bagagli ripromettendoci di vederci la sera stessa e di sentirci al piu' presto. Non so se per stanchezza o cosa io non la chiamai e lei fece lo stesso. Non ci siamo mai piu' visti ne sentiti. Mi resta il ricordo di un angelo.
Buona fortuna Andrea, che dio ti benedica e tenga lontano i tuoi demoni dal tuo cammino.
Secondo felice incontro, stessa stagione.
Volo Lima-Newark. Io fiaccato da una vacanza dura, trekking, km infiniti su strade infinite. Forti emozioni e grandi delusioni. Amici che si sono rivelati poca cosa, e amici che si sono mostrati molto meglio di quanto mi aspettassi. Senza nulla togliere a loro mi piace aspettarmi sempre poco per poi non restare deluso.
Anna, Laura, Marcello e Renato complimenti. L'ordine e' solo alfabetico non di importanza.
Torniamo all'incontro sul volo. Stanco e malaticcio, reduce da una intensa battaglia con un virus intestinale che non mi da pace, mi acccomodo per quanto ci si puo' accomodare in una classe economica, posto centrale. Poco dopo arriva una ragazza, decisamente latina. Non presto attenzione anche se noto un suo sguardo che lascia intravedere l'intenzione di parlare. Sguardo non corrisposto e torno a rifarmi gli affari miei e a cercare di sopravvivere. Dopo poco una inaspettata Voce in inglese, ora posso dire accento New Jersey, mi chiede se sto bene. Dico di no. Ribatte dicendomi se voglio spostarmi nel suo posto vicino al corridoio. Accetto e ringrazio.
Inizia la mia tragica processione verso il bagno dell'aereo. Mi sento sempre piu stanco e malaticcio. La hostess mi da un paio di pastiglie simili all'aspirina.
Ottengo l'effetto desiderato, meno dolore e finalmente la voglia di dormire.
Nel frattempo La Voce mi chiede se va meglio. Iniziamo a parlare, si chiama Elisabeth, ma tutti la chiamano Betty. Peruviana ma vive poco dopo il Washington bridge. Racconto della mia bellissima vacanza nel suo paese natale, un po' in inglese un po' in spagnolo.
Le parlo di posti incredibili, di paesaggi mozzafiato, di interminabili camminate. Lei mi racconta della sua vita, della casa nuova, del vecchio fidanzato, del lavoro di biologa in un centro di ricerca. Ci parliamo come se ci parlassimo da sempre. Mi sento meglio, non ho piu' sonno e anche il dolore sembra lontano. Ci parliamo per tutto il volo, con una dolcezza che sempre mi stupisce mi appoggia la testa sulla spalla. Gesto inaspettato ma bellissimo. Ancora mi chiede come sto.
Non sono abituato alla dolcezza nelle persone, forse e' anche colpa mia. Non sempre riesco ad essere come vorrei e non me lo aspetto da altri. Mi stupisce che qualcuno possa esserlo.
All'atterraggio il mio tempo a Newark e' breve, una altro volo mi aspetta. Ci salutiamo scambiandoci E-mail, biglietto da visita ed indirizzi. Credevo fosse un rituale consolidato, un gioco tra le parti con risultato gia' scritto, gia' determinato. Ed invece ancora una volta le persone mi stupiscono.
Spesso credo di avere perso tutta l'ingenuita' invece mi accorgo che non la ho persa e non la perdero' mai. Le persone mi stupiscono ancora nel bene e nel male.
Mi arriva un pacco nel mio, ormai, vecchio ufficio. Una busta gialla di quelle con le bolle di plastica. All'esterno il suo nome su un lato e sull'altro il mio. Sorpreso apro, contiene una cornice con una bellissima fotografia di central park. Una foto di NY in autunno, credo di averle detto che fosse la mia stagione preferita. Nella busta c'e' anche una lettera. Poche parole, saluti e mi dice anche che la fotografia e' fatta da un suo amico fotografo in serie limitata. Stupito la chiamo subito e ringrazio.
Ci sentiamo ancora e ci siamo ripromessi di vederci ora che sono solo a tre ore da lei.
Terzo ed piu' recente incontro.
Dopo giorni di lavoro, in South Carolina, mi prendo un week end di assoluto relax. Giovedi' sera volo prenotato per Miami da Atlanta. Circa tre ore di guida poi un volo che mi aspetta. Siamo in quattro e fra questi c'e' anche il principe. Posti in ordine casuale, per fortuna io e Luca siamo nella stessa fila, ci separa solo il posto in mezzo, Io vicino al finestrino e lui al corridoio.
Il principe due file avanti a noi.
Chiediamo al tipo in mezzo a noi se ha problemi a spostarsi. Risposta negativa ed eccoci in fila , il principe in mezzo a noi.
Osserviamo le persone che prendono posto. Volti stanchi, volti pensierosi e poi ecco il wow factor. Una ricciola, mora, quasi mediterrranea. Ed ecco unisono il WOW. Lei sorride e risponde con un "Hi". Si siede proprio davanti a me. Iniziamo a parlare, cercando di tenere un volume adeguato al red eye flight. Oltre al resto e' anche simpatica, il suo nome Jennifer. Lo indovino da una collanina con scritto Jenny. Le dico che non mi piace Jenny, sembra Barbie girl. Parliamo di cose in generale, mi piacciono i suoi occhi. Svegli, intelligenti. Un uomo nella sua fila si intromette e inizia a parlare anche lui. Un poco me la prendo, ma non dico nulla, lei sembra cortese e parla con modi gentili. Per un po' non parliamo. Io assonnato ma non riesco e non voglio dormire. Riprendiamo la conversazione e questa volta lei si gira completamente. Finalmente parliamo bene. Mi dice che vive a Miami ma che e' originaria del Maine, mi racconta che dopo il college e' rimasta per sette anni a New York, mi dice che lavora nel marketing per una grossa societa' di pubblicita'.
Il suo cliente attuale e' Burger King. Senza essere piacione le dico che non mi picciono i fast food ma che preferisco whopper a Big Mac.
Sorride, ma non era una battuta.
Mi piace, e' sveglia..Le chiedo di Miami, gentile risponde. L'aereo attera e ci facciamo una camminata fino al recupero bagagli. Ancora quattro chiacchiere e scambio di numero di telefono. Noi in attesa della navetta per andare a ritirare l'auto noleggiata, lei verso il parcheggio. Non so perche' ma le richiedo il numero di telefono. Grazie a Dio lo ho richiesto.
La prima volta lo ho copiato sbagliato.
E poi mi ha confessato che se non la avessi chiamata lei non lo avrebbe fatto.
Grazie Miss JJ per il piacevole week end, ci vediamo presto.
Mi posso reputare fortunato. E' la terza volta che faccio buoni incontri.
Inizio dal volo Cuzco-Lima, agosto 2004, una estate difficile da dimenticare. Assonnato come mai, sporco come pochi, stanco come nessuno su quel volo. Al mio fianco una ragazza stupenda, un angelo, occhi grandi e di un azzurro raro, lunghi capelli biondi. Mossi. Incredibilmente attraente. Sembrava altissima da seduta, poi in piedi ebbi la conferma del sospetto.
Io nel mio piccolo posto a ridosso del finestrino mi sentivo troppo sporco e stanco per generare un suo minimo interesse ed invece...Inizia a parlare, e' Peruviana. Mi racconta con una dolcezza infinita cose che io non direi ad un caro amico. Mi racconta di una infanzia strana vissuta a meta' fra Germania e Peru'. Di un padre Tedesco e di una madre Limena. Entrambi troppo presi e poco presenti per accudire un angelo tedesco con sangue latino, di cui ho notato tracce solo nella passione che emanava.
Volo di breve durata, ho soprattutto ascoltato, ammaliato non so se dall'aspetto o dalla dolcezza delle parole. Forse da entrambi.
Dopo l'atterraggio una sua amica mi porta in un hotel da lei consigliato. Credo si chiamasse Hotel Moderno. Nome poco originale, ma buon hotel in Miraflores. Almeno acqua calda. Mi ero dimenticato cosa fosse.
Ci salutiamo al claim dei bagagli ripromettendoci di vederci la sera stessa e di sentirci al piu' presto. Non so se per stanchezza o cosa io non la chiamai e lei fece lo stesso. Non ci siamo mai piu' visti ne sentiti. Mi resta il ricordo di un angelo.
Buona fortuna Andrea, che dio ti benedica e tenga lontano i tuoi demoni dal tuo cammino.
Secondo felice incontro, stessa stagione.
Volo Lima-Newark. Io fiaccato da una vacanza dura, trekking, km infiniti su strade infinite. Forti emozioni e grandi delusioni. Amici che si sono rivelati poca cosa, e amici che si sono mostrati molto meglio di quanto mi aspettassi. Senza nulla togliere a loro mi piace aspettarmi sempre poco per poi non restare deluso.
Anna, Laura, Marcello e Renato complimenti. L'ordine e' solo alfabetico non di importanza.
Torniamo all'incontro sul volo. Stanco e malaticcio, reduce da una intensa battaglia con un virus intestinale che non mi da pace, mi acccomodo per quanto ci si puo' accomodare in una classe economica, posto centrale. Poco dopo arriva una ragazza, decisamente latina. Non presto attenzione anche se noto un suo sguardo che lascia intravedere l'intenzione di parlare. Sguardo non corrisposto e torno a rifarmi gli affari miei e a cercare di sopravvivere. Dopo poco una inaspettata Voce in inglese, ora posso dire accento New Jersey, mi chiede se sto bene. Dico di no. Ribatte dicendomi se voglio spostarmi nel suo posto vicino al corridoio. Accetto e ringrazio.
Inizia la mia tragica processione verso il bagno dell'aereo. Mi sento sempre piu stanco e malaticcio. La hostess mi da un paio di pastiglie simili all'aspirina.
Ottengo l'effetto desiderato, meno dolore e finalmente la voglia di dormire.
Nel frattempo La Voce mi chiede se va meglio. Iniziamo a parlare, si chiama Elisabeth, ma tutti la chiamano Betty. Peruviana ma vive poco dopo il Washington bridge. Racconto della mia bellissima vacanza nel suo paese natale, un po' in inglese un po' in spagnolo.
Le parlo di posti incredibili, di paesaggi mozzafiato, di interminabili camminate. Lei mi racconta della sua vita, della casa nuova, del vecchio fidanzato, del lavoro di biologa in un centro di ricerca. Ci parliamo come se ci parlassimo da sempre. Mi sento meglio, non ho piu' sonno e anche il dolore sembra lontano. Ci parliamo per tutto il volo, con una dolcezza che sempre mi stupisce mi appoggia la testa sulla spalla. Gesto inaspettato ma bellissimo. Ancora mi chiede come sto.
Non sono abituato alla dolcezza nelle persone, forse e' anche colpa mia. Non sempre riesco ad essere come vorrei e non me lo aspetto da altri. Mi stupisce che qualcuno possa esserlo.
All'atterraggio il mio tempo a Newark e' breve, una altro volo mi aspetta. Ci salutiamo scambiandoci E-mail, biglietto da visita ed indirizzi. Credevo fosse un rituale consolidato, un gioco tra le parti con risultato gia' scritto, gia' determinato. Ed invece ancora una volta le persone mi stupiscono.
Spesso credo di avere perso tutta l'ingenuita' invece mi accorgo che non la ho persa e non la perdero' mai. Le persone mi stupiscono ancora nel bene e nel male.
Mi arriva un pacco nel mio, ormai, vecchio ufficio. Una busta gialla di quelle con le bolle di plastica. All'esterno il suo nome su un lato e sull'altro il mio. Sorpreso apro, contiene una cornice con una bellissima fotografia di central park. Una foto di NY in autunno, credo di averle detto che fosse la mia stagione preferita. Nella busta c'e' anche una lettera. Poche parole, saluti e mi dice anche che la fotografia e' fatta da un suo amico fotografo in serie limitata. Stupito la chiamo subito e ringrazio.
Ci sentiamo ancora e ci siamo ripromessi di vederci ora che sono solo a tre ore da lei.
Terzo ed piu' recente incontro.
Dopo giorni di lavoro, in South Carolina, mi prendo un week end di assoluto relax. Giovedi' sera volo prenotato per Miami da Atlanta. Circa tre ore di guida poi un volo che mi aspetta. Siamo in quattro e fra questi c'e' anche il principe. Posti in ordine casuale, per fortuna io e Luca siamo nella stessa fila, ci separa solo il posto in mezzo, Io vicino al finestrino e lui al corridoio.
Il principe due file avanti a noi.
Chiediamo al tipo in mezzo a noi se ha problemi a spostarsi. Risposta negativa ed eccoci in fila , il principe in mezzo a noi.
Osserviamo le persone che prendono posto. Volti stanchi, volti pensierosi e poi ecco il wow factor. Una ricciola, mora, quasi mediterrranea. Ed ecco unisono il WOW. Lei sorride e risponde con un "Hi". Si siede proprio davanti a me. Iniziamo a parlare, cercando di tenere un volume adeguato al red eye flight. Oltre al resto e' anche simpatica, il suo nome Jennifer. Lo indovino da una collanina con scritto Jenny. Le dico che non mi piace Jenny, sembra Barbie girl. Parliamo di cose in generale, mi piacciono i suoi occhi. Svegli, intelligenti. Un uomo nella sua fila si intromette e inizia a parlare anche lui. Un poco me la prendo, ma non dico nulla, lei sembra cortese e parla con modi gentili. Per un po' non parliamo. Io assonnato ma non riesco e non voglio dormire. Riprendiamo la conversazione e questa volta lei si gira completamente. Finalmente parliamo bene. Mi dice che vive a Miami ma che e' originaria del Maine, mi racconta che dopo il college e' rimasta per sette anni a New York, mi dice che lavora nel marketing per una grossa societa' di pubblicita'.
Il suo cliente attuale e' Burger King. Senza essere piacione le dico che non mi picciono i fast food ma che preferisco whopper a Big Mac.
Sorride, ma non era una battuta.
Mi piace, e' sveglia..Le chiedo di Miami, gentile risponde. L'aereo attera e ci facciamo una camminata fino al recupero bagagli. Ancora quattro chiacchiere e scambio di numero di telefono. Noi in attesa della navetta per andare a ritirare l'auto noleggiata, lei verso il parcheggio. Non so perche' ma le richiedo il numero di telefono. Grazie a Dio lo ho richiesto.
La prima volta lo ho copiato sbagliato.
E poi mi ha confessato che se non la avessi chiamata lei non lo avrebbe fatto.
Grazie Miss JJ per il piacevole week end, ci vediamo presto.
English Copy
Third and recent meeting.
After some days of working in South Carolina, I took one weekend for total relaxation.
On Thursday night, I took a flight from Atlanta to Miami which involved a three hour drive from Grenville, SC to get to Atlanta. There were four of us which included the prince.
We were in random positions on the flight - Luca and I in the same row, separated only by an occupied seat, me close to the window and he to the aisle.
The prince was two rows ahead of us.
We asked to the man between us if he could move and he said “No problem.” And now the three of us were in the same row, with the prince between us.
We watch the people coming to the airplane, tired faces, thoughtful faces and suddenly the “WOW” factor. Curly girl, dark hair almost mediterrranean approached our aisle. And the “WOW” from me was loud.
She smiled and answered with a “HI”. She sat down in front of me. We started to talk, trying to keep the volume low due the red eye flight. She's pretty and also likeable and her name is Jennifer. I guessed it by her necklace which said “Jenny”. I told her that I don't like Jenny, seems like a Barbie girl name.
We talk about general things, I like her eyes. Clever eyes.
A man in her row started to talk to her. I got a little upset but I do not show it, she seems very nice and talk with gentle ways. We stop talking to each other for a while.
I am very sleepy but I cannot sleep and I do not want to sleep. We restart our conversation, and this time she turns completely to face me. Finally we can talk well. She tells me that she lives in Miami but she comes from Maine, she tells me that after college she lived for some years in New York. She also tells me that she works in marketing for a big advertising company.
Her actual customer is Burger King.
I tell her that I do not like fast food but I prefer Whopper versus the Big Mac.
She smiles but I told her the truth.
I like her because she's smart.
I ask her questions about Miami and gently she answers. The flight is finished and we walk to the baggage claim. We are still talking and I ask her for her phone number. We're waiting for the Hertz shuttle and she's going to the parking garage. I do not know why but I re-ask her the phone number. Thank God I did. The first time I must have copied a wrong number. After 2 days she told me that she wouldn't call me if I wouldn't call her – she doesn’t call guys.
Thank you Miss JJ, see you soon.
Greeting by the dirty, hairy and stinky.
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