Le tasche sono vuote
Impressione personale, basata piu' sul naso che sui numeri: non sara' un Natale commercialmente memorabile. Sei anni fa l'Italia - prima dello scoppio della bolla di internet, prima dell'11 settembre - era un bazar scatenat: tutti volevano, chiedevano, compravano, regalavano. Quest'anno c'e' cautela in giro.
Siamo diventati spirituali? Macche' siamo solo piu' annoiati, piu' satolli, piu' realisti. Traduzione: da un lato, mancano prodotti nuovi ed eccitanti; dall'altro, abbiamo case piene e tasche vuote.
Siamo diventati spirituali? Macche' siamo solo piu' annoiati, piu' satolli, piu' realisti. Traduzione: da un lato, mancano prodotti nuovi ed eccitanti; dall'altro, abbiamo case piene e tasche vuote.
L'assalto ai nostri redditi, in questi anni, e; stato metodico e implacabile. Eppure molti articoli costano oggi meno di ieri, ai venditori: sono infatti prodotti all'estero a basso costo (giocattoli, abbigliamento, arredamento, accessori, le confezioni eleganti per dolci e profumi). Ma chi vende, salvo eccezioni, s'e' ben guardato dal passare il vantaggio a chi compra.
Continuiamo a pagare prezzi occidentali per prodotti orientali. In America non succede: un paio di scarpe sportive di marca (made in Vietnam) costa 20 dollari, non 100 eruo.
Non a caso le shopping malls di Chicago sono gia' piene, mentre i negozi di Milano si riempiranno solo nei prossimi giorni. Forse.
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