sabato, luglio 23, 2005

Pre generation MTV

Credo che quelli della mia generazione hanno solo paura: della vita, dei sentimenti, di ridere. Hanno solo il desiderio di diventare "tossicodipendenti" del lavoro, della famiglia, degli status-symbol, di tutto ciò che impedisca loro di PENSARE.
Si creano dei mondi in cui vivere che non hanno niente a che vedere con la realtà. Ma in questi mondi riescono a nascondersi senza permettere niente ed a nessuno di interagire con loro.
Ho amici che si sono annullati, gente brava, gente brillante. Ridotti a cercarsi un lavoro sotto casa, a uscire solo se "lei" lo permette e miraccomando non lontano e non facciamo tardi". Completamente annullati, dipendenti da una morale ed un etica che non esiste.
Sono come degli attori che recitano una parte, vivono il copione che si sono scelti, e non sprecano tempo a cercare di capire chi gli sta intorno.
Se il loro pubblico (le donne) applaude, tutto va bene, ma se ci sono dei dissensi, tirano giù il sipario e cambiano teatro.
Come è facile per loro dire "Ti voglio bene", "Sei una donna eccezionale". Mentire in tutto e per tutto. Donne, motori ed evitare guai.
Altra parola d'ordine è "non rischiare": è meglio una vita piatta e senza scossoni, in cui tutto è preordinato ed in cui ci si lascia vivere.
Il massimo del rischio che si concedono è la conquista fine e se stessa, come desiderio di affermazione orgasmica del loro essere senza preoccuparsi di chi sta loro di fronte. Sia essa un bene materiale, sia una persona.
Come diceva il buon Frankie:
Sono intorno a noi, in mezzo a noi, in molti casi siamo noi a far promesse senza mantenerle mai se non per calcolo, il fine è solo l'utile, il mezzo ogni possibile, la posta in gioco è massima, l'imperativo è vincere - e non far partecipare nessun altro - nella logica del gioco la sola regola è esser scaltro : niente scrupoli o rispetto verso i propri simili perché gli ultimi saranno gli ultimi se i primi sono irraggiungibili. Sono tanti, arroganti coi più deboli, zerbini coi potenti, sono replicanti, sono tutti identici, guardali : stanno dietro a maschere e non li puoi distinguere. Come lucertole s'arrampicano, e se poi perdon la coda la ricomprano. Fanno quel che vogliono si sappia in giro fanno: spendono, spandono e sono quel che hanno...
Sono intorno a me ma non parlano con me... Sono come me ma si sentono meglio...
.. e come le supposte abitano in blisters full-optional, con cani oltre i 120 decibels e nani manco fosse Disneyland, vivon col timore di poter sembrare poveri : quel che hanno ostentano, tutto il resto invidiano, poi lo comprano, in costante escalation col vicino costruiscono : parton dal pratino e vanno fino in cielo, han più parabole sul tetto che S.Marco nel Vangelo.. Sono quelli che di sabato lavano automobili che alla sera sfrecciano tra l'asfalto e i pargoli, medi come i ceti cui appartengono, terra-terra come i missili cui assomigliano. Tiratissimi, s'infarinano, s'alcolizzano e poi s'impastano su un albero - boom! - Nasi bianchi come Fruit of the Loom che diventano più rossi d'un livello di Doom..
Ognun per se, Dio per se, mani che si stringono tra i banchi delle chiese alla domenica - mani ipocrite - mani che fan cose che non si raccontano altrimenti le altre mani chissà cosa pensano - si scandalizzano - Mani che poi firman petizioni per lo sgombero, mani lisce come olio di ricino, mani che brandiscon manganelli, che farciscono gioielli, che si alzano alle spalle dei fratelli. Quelli che la notte non si può girare più, quelli che vanno a mignotte mentre i figli guardan la tv, che fanno i boss, che compran Class, che son sofisticati da chiamare i NAS, incubi di plastica che vorrebbero dar fuoco ad ogni zingara ma l'unica che accendono è quella che da loro l'elemosina ogni sera, quando mi nascondo sulla faccia oscura della loro luna nera..