Folle
Si scoprì alienato pure tra gli alienati. Come se la gastrite mi avesse tirato fuori da sè anche quel poco, ancorché insensato, che ancora c’era, lasciando solo l’eco del vuoto di un trapassato remoto. Nessun calzoncino confederato o camicia con le maniche lunghe, molto lunghe e anche annodabili, potevano coprire quel senso di solitudine che mi teneva compagnia.
Sì, il cervello era in folle e questa volta pure i sensi.
Scintillio di lucciole come stelle cadute ma non fino a terra, solo a mezzo metro di altezza e lì rimaste sospese, indecise, vacillanti come avessero perso la strada, tremolanti richiami di desideri e nascoste passioni.
Illusioni di corpo a corpo contro nuovi corpi salati, curiosità di sapori inconsueti, cera che accende e fa divampare le fiamme. Attese di fantastici draghi e incompiuti capolavori. Giganti tornati nani ed eroi fragili e spaventati.
Ero un sonnambulo diurno.
La mia e' una sindrome delle gambe senza riposo e senza pace e' il mio stare in qualsiasi posto.
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