1,2 o X...o forse meglio SI, NO non so
Provo a riassumere (incollando..) le ragioni del si e quelle del no, io non lo so!Si vota domenica 25 dalla 8 alle 22 e lunedì dalle 7 alle 15. Grazie per la cortese attenzione
By the way io me ne vado al mare!
SI NO
Il presidente del consiglio
Il presidente del Consiglio riceve un'investitura pressoché diretta dagli elettori (premierato forte) perché è il leader designato della coalizione vincente. Ha bisogno soltanto della fiducia della Camera dei deputati. Nomina e revoca i ministri e chiede al capo dello Stato di sciogliere le Camere qualora in esse si venga a creare una maggioranza diversa da quella che sostiene il governo.
Il presidente del Consiglio, in base al titolo III della Costituzione, rimane nominato dal presidente della Repubblica. Deve ottenere la fiducia da entrambi rami del Parlamento e guida gli indirizzi del governo senza poter licenziare i ministri.
Il presidente della repubblica
Il capo dello Stato diventa garante dell'unità federale della Repubblica. Per essere eletto deve aver compiuto 40 anni, continua a presiedere il Csm, promulga le leggi, indice i referendum, nomina i presidenti delle authority, ha il comando delle forze armate, presiede il Consiglio supremo della difesa, può concedere la grazia e commutare pene. Perde il potere di autorizzare la presentazione alle Camere dei disegni di legge del governo. E soprattutto non ha più il potere di nomina del premier e dei ministri.
Il parlamento
Cade il "bicameralismo perfetto". Toccherà soltanto alla Camera dei Deputati occuparsi della legislazione sulle materie di competenza dello Stato Il Senato può chiedere di riesaminarle (serve una richiesta di due quinti dei senatori), quindi il testo torna alla Camera, che decide in maniera definitiva. Il Senato esamina le leggi riguardanti le materie riservate sia allo Stato che alle regioni (materie concorrenti), ma anche le leggi di bilancio e la finanziaria. La Camera può chiedere di riesaminarle (su richiesta dei due quinti dei deputati). La Camera è composta da quattrocento deputati e dai dodici deputati degli italiani all'estero, e resta in carica cinque anni. Il Senato è eletto a suffragio universale e diretto su base regionale e resta in carica cinque anni: è composto da duecento senatori e dai sei rappresentanti degli italiani all'estero (ma la riduzione del numero dei parlamentari scatta solo dal 2016). Il Senato viene eletto contestualmente a tutti i consigli regionali. Se uno di essi decade anzitempo, il nuovo resta in carica solo fino alla fine della legislatura del Senato.
Rimane il "bicameralismo perfetto". Camera e Senato hanno uguali funzioni e ogni legge, per essere approvata, deve superare senza modifiche il vaglio di entrambi i rami del Parlamento.
Alle Regioni viene attribuita la competenza esclusiva sull'organizzazione della sanità, l'organizzazione scolastica (compresa la parte riguardante i programmi scolastici di interesse regionale) e la polizia locale. Esiste una clausola di interesse nazionale: il governo può bloccare una legge regionale che pregiudichi l'interesse nazionale. Della questione si occupa il Senato. Se la Regione non cambia la legge discussa, il Senato stesso può chiedere al capo dello Stato di abrogarla.
Resta in vigore la riforma del Titolo V voluta dal centrosinistra nel 2001.
Roma capitale
A Roma viene riconosciuto lo status di capitale delle Repubblica federale. Gode di una sua autonomia sulle materie di competenza regionale, nei limiti stabiliti dallo Statuto della Regione Lazio.
Quorum referendum confermativo
Cambiano le regole per il referendum confermativo delle leggi costituzionali. Perchè sia valido dovrà votare almeno la metà più uno degli aventi diritto. Altra novità: il referendum potrà essere chiesto anche se la legge costituzionale viene approvata in Parlamento con la maggioranza dei due terzi: in questo caso non c'è bisogno di alcun quorum per la validità del referendum.
Il referendum confermativo resta senza quorum nel caso in cui riguardi un testo approvato a maggioranza assoluta. Non è invece ammissibile per una riforma approvata con maggioranza di due terzi.
Lega Nord, Forza Italia, Alleanza Nazionale e Udc.
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