giovedì, novembre 23, 2006

Per te che sai chi sei

Fottiti.
Subito, ora. Senza perdere alcun tempo.
Continua a godere senza di me. Continua ad allineare tutto prima. Continua pure.
Tanto si capisce. Si sa già. Non c’è bisogno di domande, né di risposte.
Tutto viene sempre prima.
Come vorrei poter fare anch’io allo stesso modo.
Come vorrei potermi fottere la mia vita liberamente, come stai facendo tu. Non un segno buono in tutto questo. L’ostinazione attorcigliata alle caviglie
E quel senso di inutile rancore. Ogni negazione come un affronto. Ogni richiesta viene sperperata qua e là, tra i vari no
Come li odio quei no
Come odio tutte quelle parole noiose che lentamente mi propini.
Intenta sempre a fare altro. Tutto e comunque prima di me. Sopra di me. Mi cancella, perché in realtà io non esisto.
Per il resto è assenza pura.
La mia entrata nella tua vita pari a quella di qualsiasi passante incontrato quotidianamente, faccio parte anch’io di tutte quelle facce già viste eppure profondamente sconosciute, E’ un ruolo anche questo.
Ma a me non piace. Mi logora. Mi infastidisce.
Come essere stipati in un tram pienissimo che non arriva mai a destinazione, ed ogni fermata sale gente nuova. Scendono in pochissimi.
È soffocante. Soffocante come i tuoi rimandi. Le tue spiegazioni già sgualcite. Forse un giorno lontano ripenserai a me come passante tedioso e pieno di smanie. Avrai ragione e continuerai indifferente la tua vita.
Senza quest’inutile rincorsa che porta me, sempre e solo a scivolare.

martedì, novembre 21, 2006

Ceppaloni

A che cazzo serve la giustizia in Italia?
Ve lo dico io, non serve a niente, pochi capri espiatori per un esercito di bastardi.
Così la breve storia della repubblica italiana conosce il suo diciottesimo indulto, questa volta, per la prima volta, privato della sacrosanta amnistia. E già, perchè così i giudici potranno giocare a fare i processi che subito dopo verranno invalidati, roba da matti.
Che dire poi delle prescrizioni, una delle tante leve per farla franca. Che dire poi degli avvocati? OUA (Organismo Unitario dell'Avvocatura) annuncia l'ennesimo sciopero contro la riforma proposta dal ministro Bersani, il cui desiderio ultimo è quello di scardinare la fitta rete di interessi corporativi di alcune categorie, come i farmacisti o i tassisti. Gli avvocati, come i tassisti, sono tosti però, sanno il fatto loro, e sullo sfondo denunciano, vendicativi, la crisi economica del sistema giudiziario. Non ci sono fondi, non ci sono risorse, nemmeno per le spese più banali, come quelle per la cancelleria, per i computer e per le stampanti, denuncia OUA.
E quel gran irpino di Mastella che cazzo fa dalla mattina alla sera, oltre a pettinarsi il riporto?
Io sono disgustato, e come diceva Gaber, non mi sento italiano.

giovedì, novembre 09, 2006

NOI

Noi che gli anni 80...

Noi che giocavamo a Nascondino a tutte le ore.

Noi che ci divertivamo anche facendo "Strega comanda color...".

Noi che le femmine ci obbligavano a giocare a "Regina reginella" e a "Campana".

Noi che bastavano due tappi per iniziare il giro d'Italia.

Noi che facevamo "Palla Avvelenata".

Noi che giocavamo regolare a "Ruba Bandiera".

Noi che ci sentivamo ricchi se avevamo "Parco Della Vittoria e Viale dei Giardini".

Noi che se avevi "Vicolo Corto e Vicolo Stretto" perdevi sicuro.

Noi che i pattini avevano 4 ruote e si allungavano quando il piede cresceva.
Noi che mettevamo le carte da gioco con le mollette sui raggi della bicicletta.

Noi che chi lasciava la scia più lunga nella frenata con la bici era il più figo.

Noi che passavamo ore a cercare i buchi sulle camere d'aria mettendole in una bacinella.

Noi che ci sentivamo ingegneri quando riparavamo quei buchi col tip-top.

Noi che andavamo in due sulla Graziella, e piú grandi sul Ciao.

Noi che il Ciao si accendeva pedalando.

Noi che suonavamo al campanello per chiedere se c'era l'amico in casa.

Noi che ogni volta che suonavamo rispondeva la madre.

Noi che pensavamo di avere segreti.

Noi che i segreti li avevamo davvero.

Noi che abbiamo maneggiato sostanze chimiche come il pongo, il DAS e la gommapane.

Noi che facevamo a gara a chi masticava più big babol contemporaneamente.

Noi che se c'era un pallone e 4 alberi era già tutto ok per giocare a calcio.

Noi che se non c'erano gli alberi si giocava lo stesso.

Noi che dopo la prima partita c'era la rivincita, e poi la bella, e poi la bella della bella..

Noi che non dovevamo far tardi.

Noi che era pronta la cena proprio al momento del calcio di rigore.

Noi che giocavamo a "Indovina Chi?" anche se conoscevi tutti i personaggi a memoria.

Noi che giocavamo a Forza 4.

Noi che Scarabeo non ci piaceva.

Noi che il cubo di Rubik non l'abbiamo mai finito, perlomeno senza barare..

Noi che ci scambiavamo le figurine prima delle lezioni (e durante, e dopo..).

Noi che con le 500 lire di carta ci venivano 10 pacchetti di figurine.

Noi che odiavamo i PlayMobil.

Noi che avevamo la pista Polistil, e le femmine Cicciobello col disco che frignava.

Noi che avevamo le macchine filoguidate, e le femmine la casa di Barbie con l'ascensore.

Noi che con un ramo di salice facevamo l'arco per sentirci Orzowei.

Noi che avevamo il "nascondiglio segreto" con il "passaggio segreto".

Noi che a volte si litigava.

Noi che 5 minuti dopo era già tutto dimenticato..

Noi che giocavamo per ore a "Merda" con le carte.

Noi che nessuno sapeva le regole del Tresette!

Noi che avevamo il mangiadischi schiacciato con il manico.

Noi che le cassette se le mangiava il mangianastri, e ci toccava riavvolgere il nastro con la penna.

Noi che in TV guardavamo solo i cartoni animati.

Noi che avevamo i cartoni animati belli...!!!

Noi che litigavamo su chi fosse più forte tra Goldrake e Mazinga (Mazinga, ovvio..)

Noi che guardavamo "La Casa Nella Prateria" anche se metteva tristezza.

Noi che sognavamo un'avventura alla Ambrogio Fogar.

Noi che ridevamo se un amico rideva.

Noi che ridevamo se un amico piangeva!

Noi che abbiamo raccontato 1500 volte la barzelletta del fantasma formaggino.

Noi che le scarpe nuove duravano una settimana..

Noi che le scarpe nuove restavano pulite un'ora!

Noi che la domenica con le scarpe nuove dovevamo andare alla messa.

Noi che alla messa ridevamo di continuo.

Noi che ci emozionavamo per un bacio su una guancia.

Noi che telefonavamo di nascosto.

Noi che non avevamo il cellulare per andare a parlare in privato sul terrazzo.

Noi che i messaggini li scrivevamo su dei pezzetti di carta da passare al compagno.

Noi che c'era la Polaroid e aspettavi che si vedesse la foto.

Noi che quando ritiravi le foto dal fotografo eravamo curiosi di vederle.

Noi che a scuola si andava a piedi.

Noi che scrivevamo tutti gli avvisi sul diario perdendo delle ore.

Noi che il diario ce lo tiravamo addosso, mentre le femmine ci scrivevano romanzi d'amore.

Noi che per andare alla gita scolastica di 5 giorni dovevamo preparare i genitori mesi prima.

Noi che tornavamo a casa solo quando la mamma ti chiamava dal terrazzo.

Noi che ai compleanni il regalo per il festeggiato ce lo sceglieva la mamma.

Noi che al nostro compleanno invitavamo tutti, ma proprio tutti, i nostri compagni di classe.

Noi che facevamo il gioco della bottiglia tutti seduti per terra.

Noi che alle feste stavamo sempre col manico di scopa in mano.

Noi che a carnevale la mamma ci obbligava a vestirci da Zorro.

Noi che facevamo sogni brutti.

Noi che ti svegliavi col battito di cuore a mille.

Noi che dormivamo con la luce del corridoio accesa.

Noi che dal letto guardavamo se c'era qualcuno nel buio dietro la finestra.

Noi che andavamo a letto dopo Carosello.

Noi che se guardavamo tutto il film delle 20:30 eravamo andati a dormire tardissimo.

Noi che guardavamo film dell'orrore anche se avevi paura.

Noi che poi non dormivamo per una settimana.

Noi che leggevamo Geppo, Tiramolla, Bullo e Birillo, Soldino e Nonna Abelarda.

Noi che rubavamo la frutta dagli alberi.

Noi che la rubavamo anche se non ti andava di mangiarla.

Noi che quella che non mangiavamo ce la tiravamo.

Noi che giocavamo a calcio con le pigne.

Noi che le pigne ce le tiravamo pure.

Noi che il bagno si poteva fare solo dopo le 4.

Noi che a scuola andavamo con cartelle da 2 quintali.

Noi che le ricerche le facevamo in biblioteca, mica su Google.

Noi che avevamo "il libro delle vacanze", ma i compiti d'estate non li facevamo.

Noi che le poesie non le volevamo imparare.

Noi che però sappiamo a memoria "Zoff Gentile Cabrini Oriali Collovati Scirea Conti Tardelli Rossi Antognoni Graziani (allenatore Bearzot)".

Noi che "Disastro di Cernobyl" vuol dire che non potevamo bere il latte alla mattina.

Noi che compravamo le uova sfuse, e la pizza alta un dito, con la carta del pane che si impregnava d'olio.

Noi che non sapevamo cos'era la morale, solo che era sempre quella..fai merenda con Girella.

Noi che a pranzo mangiavamo poco e a merenda divoravamo scaffali di brioches.

Noi che di politica non ce ne fregava niente.

Noi che conoscevamo solo il Presidente della Repubblica perchè c'era la sua foto in classe.

Noi che del mondo politico conoscevamo anche Spadolini solo perchè era grassissimo.

Noi che non c'erano grandi fratelli, isole dei famosi e fattorie..

Noi che indossavamo maglie che pizzicavano.

Noi che nei giorni importanti ci vestivano con le calze bianche.

Noi che le calze bianche le odiavamo perchè erano strettissime.

Noi che quando toglievamo le calze ci lasciavano un segno mostruoso sul polpaccio.

Noi che per la comunione ci regalavano i compassi e le calcolatrici.

Noi che avevamo il mappamondo con la luce dentro.

Noi che la mamma ci metteva le toppe sui gomiti dei maglioni quando diventavamo lisi.

Noi che le toppe le volevamo mettere anche quando i maglioni erano nuovi.

Noi che avevamo tutti i capelli corti a spazzola.

Noi che a volte ci pettinavamo.

Noi che odiavamo il minestrone.

Noi che non sapevamo leggere l'orologio a lancette.

Noi che però sapevamo che erano le 4 perchè stava per iniziare BIM BUM BAM.

Noi che sapevamo che ormai era pronta la cena perchè c'era Happy Days.

Noi che il primo novembre era "Tutti i santi", mica Halloween.

Noi che ci emozionavamo se salivamo anche solo su un autobus di linea.

Noi che ci superemozionavamo se dovevamo salire su un treno.

Noi che credevamo che la nostra squadra era la più forte del mondo (anche gli interisti).

Noi che ci sdraiavamo sui prati.

Noi che tornavamo a casa regolarmente coi pantaloni sporchi d'erba.

Noi che fra amici eravamo tutti caratterielmente diversi.

Noi che però IN FONDO SIAMO STATI TUTTI UGUALI...!

Noi...

Noi che che ora siamo qui a ricordare...