lunedì, aprile 23, 2007

Feed the world/word

giovedì, aprile 19, 2007

Da leggere. Da condividere o no. Ma da leggere

” ……Il problema della felicità umana, amico mio, è un problema tecnico di produzione. (…) Le teorie non servono a nulla. Secoli di libera concorrenza hanno talmente avezzo l’uomo alla lotta per la vita condotta senza scrupoli e senza pietà, hanno talmente educato l’uomo alla smania di dominio sull’uomo, che una ripartizione della ricchezza è un sogno da mentecatti.Bisogna dare la ricchezza a tutti, bisogna dare l’ozio a tutti.Solo in questo modo l’umanità potrà placarsi e vivere tranquilla.Ma il problema è soltanto un problema di produzione,non un problema di idee. (….) Il capitale per un banchiere è tempo,per un piccolo risparmiatore è astinenza,per un figlio di papà è eredità, per un giocatore di borsa o uno speculatore è alea. Soltanto per la rivendicazione o per la giustizia ideale d’un lavoratore è plus-lavoro.Qundi la pretesa obiettività scientifica del comunismo-critico crolla:è una opinione.(…) Niente, amico mio, ha progredito. Solo la tecnica ha progredito ed è la tecnica che deve salvare il mondo. (…) Bisogna far macchine, macchine, macchine.

Una cravatta esce da un setificio di Como ed ha un costo di otto lire, nel quale è calcolato anche il profitto del fabbricante capitalista. Questa cravatta viaggiando diventa inglese e voi la comperate ad un negozio di Roma per cinquanta lire, e le quarantadue lire danno da mangiarea dei bravi signori che non hanno impiegato nè testa e nè braccia per produrla. Essi vivono ai margini della produzione perchè non hanno voglia di lavorare.
Il sistema di produzione e di scambio è sbagliato, nella società presente è sbagliato. Bisogna produrre di più, infinitamente di più, e portare l’oggetto prodotto, abolendo la mediazione, direttamente nella mani del consumatore. Tutto ciò si può ottenere solo dalle macchine. Bisogna, che premendo un solo bottone elettrico, miliardi di motorotatrici, miliardi di telai meccanici, miliardi d’argani, di gru, (….) si mettano in moto e producano la ricchezza del mondo e la portino davanti all’uscio di casa di chi la deve consumare,disperdere.
Le macchine, quando nacquero crearono la miseria.
Ogni macchina che risparmi braccia ottiene questo risultato: disoccupazione e miseria. E le braccia si badi crescono. Come si risolve questo conflitto?
Prima di tutto limitando l’accrescimento delle braccia con una legislazione igienica che limiti la riproduzione della specie secondo principi di giustizia e di umanità.La scienza ce ne ha offerto il mezzo da tempo, ma noi badiamo più alle chiacchiere che alla scienza. Con tre sedute di raggi x, un uomo può essere reso sterile senza che diminuisca la sua capacità erotica. Orbene, noi seguitiamo a permettere che sifilitici, tubercolotici, scrofolosi, alcolizzati, menomati, insomma d’ogni genere si riproducano. Se seguitiamo di questo passo, fra due secoli l’umanità sarà tutta all’ospedale o al manicomio. (…) Bisogna selezionare la specie, lasciare che gli uomini godano tutti, anche se malati, dell’unico vero piacere che sia stato loro concesso dalla natura, ma impedire ai deficienti di mettere al mondo degli infelici
E poi …… E poi bisogna inventar macchine e sopratutto procedere a un lavoro di coordinazione della varie macchine e delle varie invenzioni.
La felicita’ è organizzare macchine. ”.

Tratto da LE MEDITAZIONI DI UN PAZZO;
casa editrice Sonzogno milano;
da pag. 225 a pag. 234.

lunedì, aprile 16, 2007

Non ho capito

Non ho mai capito se io fossi
il tuo cane fedele e incimurrito
o tu lo fossi per me.
Per gli altri no, eri un insetto miope
smarrito nel blabla
dell'alta società. Erano ingenui
quei furbi e non sapevano
di essere loro il tuo zimbello:
di esser visti anche al buio e smascherati
da un tuo senso infallibile, dal tuo
radar di pipistrello.


Questa sopra una dedica per te.
Da chi ne capisce.


Luca

giovedì, aprile 12, 2007

Nevica, sempre, in Italia


Adesso purtroppo, mi tocca tornare su un argomento scomodo, che mi infastidisce molto, poiché siamo in una situazione di vera emergenza. Parliamo della causa prima nella quale ormai succedono cose solo in funzione di questa merce. Si, è la merce, il problema: c’è qualcosa di strano dentro questa merce. Come volevasi dimostrare, nella società perfetta lentamente si instaura la droga perfetta. Il soma di questi tempi si chiama cocaina, la vedi al supermercato a 15 o 20 euro al grammo, anche se c’è gente che ancora frega le provincie remote, le periferie, spacciandola a 35 o a 40. Lo scrittore Roberto Saviano la chiama il petrolio bianco, ed è una bella immagine, questo fiume di droga che imbianca le pareti d'Italia, dell'Italia tutta, come una bella nevicata natalizia, che bello vero?
E poi eccoli là, un esercito di tossicomani all'ultimo stadio, che spariscono per giorni perchè devono 'dare' devono produrre, superarsi, e quando tornano a casa le mogli li aspettano con l'orrore dei loro furiosi scatti di ira, possono arrivare a spaccare tutto.
E quella tosse tremenda, convulsa, quella incredibile quantità di alcolici che sostengono, quell'alzare la voce continuo. E poi via nel bagno ad incipriarsi il naso. Ma quanti ne conosciamo, quanti ne conoscete, quanti ce ne sono, illanguiditi dalla schiavitù, annoiati da tutto, dispersi, raffreddati, e in fondo un po' tristi, dopotutto. All'inizio è tutto facile, sono fighissimi, hanno sempre un'idea per tutto e per tutti, una buona parola, voglia di condivisione, ma poi? Poi tutto torna al pettine. Per questa nota di tristezza, vera conclusione di tutte le storie sulla cocaina, il paese devolve molti più soldi che per le tasse, molti di più che per le macchine, il cibo, i computer, i televisori, la benzina, tutto. E li devolve a una criminalità organizzata di vario genere che esiste e risiede in Italia. La cocaina di tutto il mondo viene, se non direttamente importata, almeno CONTABILIZZATA in Italia.
Ripeto: La cocaina di tutto il MONDO viene CONTABILIZZATA in ITALIA.
Queste operazioni causano una quantità di omicidi pari a quella degli incidenti stradali, si parla di migliaia, e le cifre le lasciamo ai ragionieri. E io non ci perdererò molto tempo, perchè tanto non c’è un cazzo da fare. Il ministro dell’interno Amato, che mi pareva una persona per bene, ha detto chiaramente che se ne lava le mani perché tanto è come cercare di prendere la solita balena col solito guadino, non possono contrastare l’offerta, ha detto, poiché la DOMANDA è troppo alta.
Allora l'unica resta quella di dire di no.
No e basta, per una forma di ribellione ai clan, ai racket, ai profittatori.
E siccome questa è una cosa che ha bisogno di nerboruti uomini di ferrea volontà, va da sé che essa è inapplicabile al contesto italiano.
E Allora?
Allora che paghino le tasse. La cocaina, l’erba, l’eroina, tutte le droghe, libere, in farmacia, alla ASL, nei coffee Shop, con un bellissimo marchione dei monopoli di stato, droghe pure, controllate, verificate, e soprattutto con lo sgobbone fiscale. Avanti, un atto di coraggio, la mafia, la camorra, la ndrangheta e la sacra corona unita hanno dimostrato di essere la più grande multinazionale del pianeta, e sapete perché? Perché non c’è concorrenza! Allora rompiamogli il culo, la droga libera, legale, di alta qualità, ad un prezzo nettamente inferiore, ed ecco che almeno li costringiamo ad allinearsi ad uno standard di mercato.
Dice: non la puoi rendere libera, diventerebbero tutti una massa di drogati, ma a parte il fatto che già lo sono, vi risulta che siamo una massa di alcolisti e fumatori solo perché alcool e fumo sono legali?
Che cazzate, andarsi a leggere l’ultimo numero di Lancet, c’è scritto ben chiaro che l’alcol è ben più pericoloso della maria, e pure dell’ecxtasy, quindi le chiacchiere stanno a zero.
Un paese di tossicomani, che non può nemmeno rifarsi dei soldi che quei tossicomani spendono, è un paese di coglioni, punto e basta.

mercoledì, aprile 11, 2007

Mastro che???


La notizia del secolo, ovvero di queste ultime settimane, sembra essere la liberazione del dottor Mastrogiacomo Daniele, giornalista eccelso del gruppo l’espresso, o giornalista espresso del gruppo eccelso di debenedettiana famiglia, che dopo svariati giorni in una lontana galera talebana è tornato a casa. Giubilo grande e gioia per lui, un po’ meno per quello che lo accompagnava, la cui testa giace da qualche parte del deserto, ma a dirla tutta chi se ne frega di quello, mezzo afghano, mezzo talebano, dice che era pure una spia, chi se ne fotte…

Insomma se dovessimo dare retta a Bertinotti e a Gino Strada, che sono due persone che io rispetto, ma insomma a dar retta a loro sembra tutto figo, la diplomazia dal basso, la diplomazia dei movimenti, e va bene, insomma secondo loro è bastato liberare cinque talebani e Mastrogiacomo è tornato a casa senza problemi. No, scusate, ma me la devo prendere così? Preconfezionata, bella e pronta? A parte il fatto che i cinque talebani appena li hanno liberati sono tornati dai loro compari, hanno ripigliato il fucile e ci hanno attaccato la caserma, il che mi fa domandare, ma a che gioco giochiamo? Ecco da dove escono i talebani! In sei anni se mi metto a pensare a tutti gli occidentali liberati dei sequestri e se a ognuno corrisponde una media di 5 talebani, ecco che la guerra non è servita a un cazzo! Ma fosse solo questo. Intanto una domanda. Chi ha liberato i talebani? Il governo Karzai. Su pressioni di chi? Immagino del governo Prodi. Che cosa ha dato il governo Prodi a Karzai in cambio? A questa domanda è impossibile rispondere. Diciamo che la risposta più probabile è soldi, o commissioni, partecipazioni nelle imprese della ricostruzione, o petrolio o qualche altra cosa. Secondo i maligni il governo ha addirittura minacciato di ritirare le truppe, ma mi sembra una puttanata perché questo governo è in grado di minacciare al massimo la Gregoraci. Altro che diplomazia dal basso! E tutto questo rientrerebbe pure in una normale logica tra due paesi teoricamente alleati se non intervenissero due dico DUE problemi fondamentali. Primo: Mastrogiacomo non è, ripeto non è un giornalista della RAI, quindi del servizio pubblico italiano, ma appartiene ad un gruppo privato, e pure parecchio potente. In teoria il suo rapimento rappresenterebbe il classico rischio d’impresa che un gruppo come l’Espresso dovrebbe essere in grado di sostenere, nei confronti dei suoi giornalisti in missione, in qualsiasi momento. Mi si obietterà che la Costituzione dice che lo stato garantisce la salute dei propri cittadini, ma è valida fino ad un certo punto, perché allora per legge non dovrebbe permettere a dei non-soldati di comparire in un teatro di guerra. Il secondo problema è che ad un certo punto il mediatore di Emergency, un tizio che si chiama, come cazzo si chiama, Hanefi, è stato arrestato.

Morale: Noi siamo andati in Afganistan fare la guerra ai talebani, e per sei anni non abbiamo cavato un ragno dal buco, adesso addirittura li liberiamo in cambio di un giornalista di un gruppo privato, lo facciamo con Gino Strada, senza il sismi e senza l’esercito, e il governo amico che abbiamo messo noi al posto di quello talebano ci arresta il mediatore, magari dopo che abbiamo persino minacciato di ritirare le truppe. Ma che cos’è, un film dei fratelli Marx? Tutta questa storia si tiene in piedi solo, e solo se, il mediatore è quello che si è fottuto il denaro. Quale denaro? Non c’è nessun denaro, non ci sono le prove. Ma non riesco a trovare nessun’altra spiegazione per l’arresto di costui. Ho comprato tutti i giornali, seguito tutti i dibattiti, e non si capisce per quale motivo il governo di Karzai possa aver arrestato quest’uomo mentre nello stesso momento liberava cinque, forse sei, forse più talebani.

La conclusione di questa storia è che l’anarchia che regna in Afghanistan si estende sempre di più all’occidente. D’alema incontra la Rice, tutti d’amore e d’accordo, sorrisi, strette di mano e convergenze, e il giorno dopo gli americani si incazzano e dicono: "aho ma che state combinando, incapaci!". Il ministro della difesa Parisi si incazza con Gino Strada, la tribù afghana dei parenti dell’autista di Mastrogiacomo gli tira le pietre, Gino Strada manda il Sismi a quel paese, e il sismi si lamenta col pentagono che allora dice a Karzai sei un coglione e quello si pente e dice: mai più una trattative del genere.

Un pasticcio internazionale che in confronto quelli del dottor Stranamore sono dei geni, siamo sotto una banda di incapaci col botto, roba da rimpiangere Previti alla difesa e Berlusconi presidente, e ho detto tutto.

lunedì, aprile 09, 2007

Lunedi' dell'angelo

Peggio di cosi non poteva andare:
- Litigata con mia sorella di prima mattina
- Taxista in ritardo
- Taxista senza mastercard e un bell'anticipo di 65 euro!
- Cibo schifosissimo sull'aereo
- Herzt che mi rifiuta la carta di credito corporate e mi tocca usare la mia. Altro rimborso!!
- Hotel full booked
- Supermercato chiuso

Me ne resto in hotel a dormire perche' se esco sicuramente mi tocca aggiornare la lista delle sfighe di oggi!

sabato, aprile 07, 2007

That's what we are talking about

giovedì, aprile 05, 2007

Lui e l'altro

lui: “Non posso raggiungere quel posto non c’è una via, non c’è un percoso.”
l’altro: “certo che c’è è li davanti a te”
lui: “lo vedo ma non è una via”

l’altro: “infatti è una strada”
lui: “una strada dici?”

l’altro: “dico”
lui: “e dove porta?”

l’altro: “porta la”
lui: “la dove?”
l’altro: “laggiù”
lui: “ho paura non vedo laggiù”

l’altro: “neanche io ma so che cè.”
lui: “vieni con me?”

l’altro: “no vacci da solo io ti aspetterò qui”
lui: “mi aspetterai?”

l’altro: “certo starò qui finchè non tornerai.”
lui: “e se non tornerò?”

l’altro: “starò qui lo stesso e ti aspetterò”
lui: “ma se sai che non torno? cosa aspetti a fare?”

l’altro: “aspetto te”
lui: “ma non torno? non ha senso.”

l’altro: “ah, beh si che lo ha finchè ci sei tu.”
lui: “vado?”

l’altro: “vai prendi quella strada.”
lui: “questa è la strada?”

l’altro: “si si è proprio questa e scopri cosa c’è laggiù”
lui: “forse non c’è nulla”

l’altro: “forse, ma se ci fosse?”
lui: “anche se ci fosse, non verrei a dirtelo”

l’altro: “ma io ti aspetterò”
lui: “aspetterai in eterno.”

l’altro: “aspetterò.”
lui: “ma tu vuoi sapere cosa c’è laggiù?”

l’altro: “si certo, sono molto curioso.”
lui: “e allora perchè non vieni con me?”

l’altro: “perchè io devo aspettarti qua”
lui: “ma che senso ha aspettarmi se poi non tornerò e nn ti dirò quello che ho visto?”

l’altro: “molto, tutto il senso. E' proprio questo il senso.”
lui: “non ti seguo.”

l’altro: “nemmeno io infatti reterò qua. Avanti vai ti aspetta”
lui: “chi?”

l’altro: “non lo so, ma laggiù c’è.”
lui: “allora vado.”

l’altro: “vai vai, mi raccomando segui questa strada.”
lui: “va bene non aspettarmi però non tornerò”

l’altro: “ti aspetterò finchè non tornerai.”
lui: “come vuoi, ciao ci vediamo dopo.”

l’altro: “ciao a presto.”